Musicoterapia, una cura complementare

Concerti in ospedale e accompagnamento dei pazienti più fragili

21/06/2018

Con voce e percussioni di Giovanni Imparato e le note del pianoforte di Stefano Scartocci si è conclusa ieri sera nella hall del Policlinico Universitario la stagione 2017-2018 dei Concerti in ospedale. Un’iniziativa che ha portato, da ottobre a oggi, decine di musicisti provenienti da importanti orchestre romane nonché da diversi conservatori italiani, ad esibirsi nelle corsie del nostro Policlinico Universitario. Un modo bello e piacevole per accompagnare pazienti e familiari insieme a dipendenti e operatori sanitari in situazioni complesse come quelle che caratterizzano la vita di un ospedale.

A sostenere il progetto che mette al centro l’espressione musicale come occasione di ascolto, dialogo e veicolo di emozioni sono la Direzione Clinica e Infermieristica che negli ultimi mesi hanno dato vita a una serie di progetti pilota di musicoterapia destinati all’accompagnamento dei pazienti più fragili come quelli oncologici ed ematologici. Musicoterapiste professioniste hanno infatti iniziato a intervenire nella sala d’attesa del day-hospital oncologico e a seguire individualmente i pazienti che hanno fatto richiesta di un supporto “che da solo non risolve i problemi dei pazienti fragili ma può essere considerato una terapia complementare”, come sottolinea il Direttore clinico, Rossana Alloni.

Proprio sul tema, insieme alle tre musicoterapiste del Policlinico Maria Teresa Palermo, Mariolina Rossi e Antonella Zenga, la docente è intervenuta al quinto congresso mondiale della International Association for Music & Medicine a Barcellona. Tra i 30 poster selezionati al convegno scientifico anche quello firmato UCBM, sull’utilizzo della musicoterapia nella sala d’attesa del day-hospital oncologico. “Abbiamo illustrato il percorso che ha portato dalla musica come fonte di piacere, relax e distrazione alla musicoterapia che è invece un intervento strutturato, in cui si agisce sul paziente che chiede supporto in un momento di difficoltà”, spiegano le musicoterapiste. “I pazienti hanno mostrato una risposta positiva al trattamento, in termini di qualità di vita e di miglioramento della performance nell’affrontare le terapie; a Barcellona abbiamo potuto confrontare i nostri dati con quelli di analoghe esperienze in altri Paesi del mondo, è stato interessante e stimolante e ha fatto già nascere nuovi progetti di ricerca per il 2019”, conclude la prof. Alloni.

Nel frattempo, la musica non si ferma. Da ottobre riprenderanno i concerti, con molti musicisti che fanno a gara per mettersi a disposizione per questa iniziativa. Inoltre sono in programma per il 2019 un convegno sulla musicoterapia in ospedale e alcune iniziative per gruppi specifici di pazienti. Sul fronte della ricerca si sta costituendo un gruppo di lavoro nel settore delle neuroscienze, per approfondire la conoscenza degli effetti biologici della musica.