La terapia oncologica
La chemioterapia viene usata nei sarcomi dei tessuti molli in fase localizzata al fine di diminuire il rischio di metastasi e l’eventuale entità dell’intervento chirurgico.
L’efficacia è limitata ai casi ad alto rischio e viene proposta dopo aver condiviso con il paziente le incertezze presenti, i vantaggi possibili e gli effetti collaterali noti.
Attualmente la chemioterapia nel trattamento della fase localizzata di malattia viene preferenzialmente somministrata in fase pre-operatoria in associazione o meno alla radioterapia.
Esiste la possibilità di effettuare una chemioterapia regionale per i sarcomi degli arti localmente avanzati, isolando la circolazione sanguigna dell’arto colpito dalla malattia in modo che la chemioterapia raggiunga solo il distretto malato e non tutto l’organismo.
La chemioterapia ha invece un ruolo scientificamente riconosciuto e l’approccio terapeutico è standardizzato nei casi di malattia metastatica. Tuttavia la sensibilità a farmaci specifici varia in funzione dell’istotipo specifico e pertanto l’esperienza del centro, specialmente se inserito all’interno di reti collaborative, può essere determinante nella strategia terapeutica.
In questo scenario si è registrato, negli ultimi anni, un significativo incremento dei farmaci a disposizione. Inoltre, va sempre presa in considerazione la possibilità di partecipare a studi clinici attivi in centri di riferimento che possono consentire un precoce accesso a nuovi farmaci sperimentali.
Il trattamento chemioterapico si effettua attraverso la somministrazione di farmaci per via endovenosa, orale o intramuscolare e viene effettuato in regime ambulatoriale o di ricovero in singolo giorno nel Reparto Day Hospital e, solo in casi selezionati, in regime di Ricovero ordinario (Degenza con posto letto).
La gestione degli effetti collaterali prevede la prescrizione di indicazioni terapeutiche rilasciate per iscritto e la possibilità di contattare i medici curanti attraverso numeri telefonici dedicati e indirizzi e-mail.
La radioterapia oncologica
Nell’ambito del trattamento multidisciplinare la radioterapia ha il ruolo di provvedere al controllo locale della malattia.
In relazione alla chirurgia, la radioterapia può essere:
- Radioterapia pre-operatoria, quando il trattamento radiante viene erogato prima della chirurgia. La radioterapia a fasci esterni è un trattamento non invasivo, erogato attraverso una macchina denominata “acceleratore lineare di particelle” (o
LINAC, da LINear ACcelerator), in sedute quotidiane dal lunedì al venerdì, per un periodo che può durare fino a 5/6 settimane. Ogni seduta ha una durata di pochi minuti.
- Radioterapia post-operatoria, quando la radioterapia viene eseguita dopo la chirurgia.
La radioterapia esterna post-operatoria viene solitamente eseguita entro tre mesi dall’intervento chirurgico e comunque ad avvenuta completa guarigione della ferita chirurgica.
Prima dell’inizio della radioterapia, viene eseguita la preparazione al trattamento.
Il paziente eseguirà una TAC di centratura (TAC di simulazione) che servirà al medico radioterapista per definire i volumi da irradiare e successivamente una simulazione del piano di trattamento, procedura attraverso la quale, mediante l’esecuzione di alcuni radiogrammi o una TAC a basso dosaggio, verrà valutata la correttezza del posizionamento.
Per garantire la ripetibilità/riproducibilità del trattamento in radioterapia si usano particolari supporti di immobilizzazione, che variano in base al distretto corporeo da irradiare, nei quali il paziente viene posizionato durante tutte le fasi di preparazione e di terapia.
Verranno inoltre effettuati dei tatuaggi puntiformi per consentire un posizionamento corretto e ripetibile a ogni seduta. Alla prima seduta di terapia e successivamente una
volta a settimana, saranno acquisite delle immagini radiologiche attraverso le quali il medico radioterapista valuterà il corretto posizionamento della paziente.
La radioterapia conformazionale tridimensionale (3D-CRT) o con Intensità Modulata (IMRT) e la Radioterapia Guidata dalle Immagini (IGRT) in dotazione nei nostri reparti
rappresentano le tecniche più moderne per questo tipo di patologia e consistono nell’applicazione di fasci multipli di radiazioni ionizzanti sull’intero volume da irradiare,
conformati in modo tale da risparmiare i tessuti sani circostanti, fino a raggiungere la dose prescritta.
L’Unità di Radioterapia del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico è dotata anche di apparecchiature di ipertermia, profonda e superficiale.
L’ipertermia si integra con la radioterapia e con la chemioterapia. Infatti, l’ipertermia, facendo aumentare la temperatura interna del tumore da 41,5° a 43° produce un miglioramento nel flusso sanguigno e quindi anche una migliore fornitura di ossigeno del tumore. Questo è importante per aumentare l’efficacia della terapia radiante. L’ipertermia può aumentare in modo significativo anche l’effetto della chemioterapia e non è una metodica terapeutica invasiva.
La chirurgia generale
Qualora fosse necessario un trattamento chirurgico, il paziente sarà contattato per il ricovero presso l’Unità Operativa di Chirurgia Generale Specialistica.
Abitualmente gli esami preoperatori vengono eseguiti in regime ambulatoriale, in una mattinata, in modo che il paziente possa ricoverarsi la sera precedente l’intervento o la mattina stessa del giorno dell’intervento chirurgico.
Trattandosi di interventi molto impegnativi e spesso di lunga durata (anche 6 ore o più), occorre sapere che il paziente viene portato in sala operatoria con largo anticipo
sull’orario di inizio dell’intervento e che la durata dell’operazione non è facilmente prevedibile, così come il periodo di osservazione nella sala risveglio.
In questo tipo di interventi spesso si succedono equipe chirurgiche diverse. Ad esempio, oltre ai chirurghi generali può essere necessario che intervengano chirurghi plastici,
chirurghi vascolari, ortopedici, ecc. I familiari avranno notizie dal chirurgo al termine dell’intervento e potranno attenderlo nella sala d’attesa del reparto o nella stanza di degenza del paziente. In alcuni casi il paziente verrà trasferito in Terapia intensiva per il monitoraggio postoperatorio.
Questa scelta non è sempre prevedibile prima dell’intervento e la decisione viene presa congiuntamente dall’anestesista e dal chirurgo, durante o al termine dell’intervento chirurgico, e perciò i familiari saranno avvisati dal chirurgo nel colloquio postoperatorio.
Non è raro che nel corso dell’intervento chirurgico o della degenza postoperatoria sia necessario trasfondere al paziente sangue da donatori; data la cronica carenza di sangue e di altri emocomponenti, raccomandiamo ai familiari e amici del paziente di proporsi come donatori presso il Centro Trasfusionale del nostro Policlinico, aperto dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 11.30.
Proprio perché si tratta di interventi chirurgici “maggiori” raccomandiamo di limitare il numero di visitatori nel periodo postoperatorio, per consentire al paziente di riposare adeguatamente.
Non sono ammessi più di due visitatori contemporaneamente presenti e si raccomanda che le persone con sintomi influenzali o malattie potenzialmente infettive evitino di presentarsi in reparto.
Occorre rispettare scrupolosamente le indicazioni sull’igiene delle mani e su altre pratiche igieniche, indicate da appositi cartelli e/o dal personale infermieristico e medico. Le informazioni cliniche riguardo alle condizioni del paziente e al decorso postoperatorio verranno fornite solo al paziente e alla persona che il paziente avrà indicato al momento del ricovero come suo fiduciario.
Non verranno date informazioni per via telefonica.
Al momento della dimissione il paziente riceverà una dettagliata relazione, in cui però non comparirà il referto dell’esame istologico definitivo che perviene di solito dopo 15 giorni o più dall’intervento.
L’esito dell’esame istologico definitivo e le notizie su come proseguire l’iter terapeutico saranno forniti nel corso di una visita presso l’Ambulatorio dei Sarcomi. Ovviamente anche le decisioni su questa parte dell’iter del paziente saranno state discusse nel gruppo interdisciplinare che si occupa dei Sarcomi.
Tutte le indicazioni e gli appuntamenti per le medicazioni postoperatorie saranno presenti nella relazione di dimissione. Se fosse necessario un periodo di riabilitazione postoperatoria specifica (motoria, neurologica, etc) il Servizio Sociale Ospedaliero interverrà per aiutare il paziente e la sua famiglia ad attivare la ricerca di una struttura riabilitativa adeguata.
La chirurgia plastica
Il trattamento chirurgico ricostruttivo (Chirurgia Plastica) si rende necessario qualora il difetto di cute e tessuti molli conseguente all’asportazione oncologica sia talmente ampio da non permettere una chiusura diretta della ferita e/o quando si verifichi dopo di essa una esposizione di strutture nobili del corpo (nervi, vasi, strutture ossee).
L’esigenza ricostruttiva sarà identificata al momento del consulto interdisciplinare e comunicata al paziente prima del ricovero.
La strategia ricostruttiva prevede principalmente l’utilizzo di lembi (trapianti di cute, sottocute, fascia e/o muscolo, dotati di vascolarizzazione propria), che vengono prelevati
da un sito donatore vicino al difetto chirurgico (lembi peduncolati) o a distanza (lembi microchirurgici) e utilizzati per coprire il difetto oncologico o ricostruire la funzionalità
muscolare perduta.
L’equipe dedicata di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed estetica, qualora chiamata in causa, seguirà il paziente presso i propri ambulatori fino a guarigione delle ferite chirurgiche.
La terapia riabilitativa
Il trattamento riabilitativo si rende necessario qualora insorgano disabilità correlate sia agli interventi chirurgici, spesso ampiamente demolitivi, sia alla tossicità dei farmaci
chemioterapici e alla radioterapia.
Il paziente viene valutato dal fisiatra in consulenza subito dopo l’intervento chirurgico, e trattato dal fisioterapista dapprima nel reparto di Chirurgia e successivamente, in relazione alle condizioni cliniche e al bisogno riabilitativo, viene indirizzato nel setting più adeguato (Riabilitazione intensiva post-acuzie, Riabilitazione estensiva, Riabilitazione ambulatoriale o DH).
Il programma riabilitativo viene impostato “su misura” in relazione alle necessità del paziente, all’età, alle malattie concomitanti e, nel caso dei pazienti più anziani, in relazione alle disabilità pre-esistenti la malattia.
Durante la consulenza, inoltre, viene valutata la necessità di eventuali ortesi (ovvero un dispositivo medico, un tutore, un’apparecchiatura ortopedica o simili, utilizzati per
aiutare il paziente in una sua funzione) o ausili per la ripresa della deambulazione e/o per l’autonomia nelle attività del vivere quotidiano.