Mastectomia
La mastectomia è un intervento chirurgico al seno che consiste nella rimozione della ghiandola mammaria, reso necessario dalla presenza di una neoplasia, accertata mediante indagini cliniche, radiologiche e da un prelievo bioptico (esame citologico su agoaspirato, core biopsy ecoguidata o stereotassica, biopsia escissionale). Nel corso dello stesso intervento può essere necessario eseguire anche la biopsia del linfonodo sentinella e/o la linfoadenectomia ascellare completa. La mammella può essere ricostruita con protesi e/o con lembi autologhi nel corso dello stesso intervento oppure si può decidere, in caso di necessità, di rinviare la fase ricostruttiva a distanza di tempo.
La mastectomia preventiva è lo stesso intervento di mastectomia (stessa procedura) ma in donne non affette da tumore alla mammella che presentano fattori di rischio documentati (ad esempio l’ereditarietà).
La mastectomia viene eseguita in anestesia generale. La tecnica chirurgica classica prevede l’asportazione della cute e del complesso areola-capezzolo e, raramente, in caso di necessità, dei muscoli pettorali. Qualora non ci sia un importante interessamento della cute e sia prevista una ricostruzione immediata, si possono adottare tecniche skin-sparing o skin-reducing, con conservazione o rimodellamento della cute della mammella, o nipple-sparing, con conservazione di tutta o parte della cute e del complesso areola-capezzolo.
Al termine dell’intervento viene sempre posizionato un drenaggio, cioè un tubicino che raccoglie il liquido che si forma al di sotto della ferita, in aspirazione (sotto vuoto), che viene rimosso dopo 1-4 settimane. Il tessuto asportato viene inviato all’Unità di Anatomia Patologica che lo analizza e stila un referto istologico che valuta le caratteristiche del tumore (dimensioni, multifocalità, tipo istologico, fattori prognostici).
Per la preparazione all’intervento è necessario rispettare il digiuno di almeno sei ore e, se si assumono farmaci, tutte le altre indicazioni fornite dallo staff medico. La paziente deve fare la doccia prima di andare in sala operatoria e rimuovere indumenti, oggetti metallici ed eventuali protesi al seno mobili. È richiesta la depilazione dell’ascella del lato interessato.
L’intervento viene effettuato in anestesia generale. Il paziente non avverte alcun dolore durante l’esecuzione. Al risveglio può accusare un dolore lieve-moderato della parte operata, ben controllato con gli antidolorifici. La mastectomia, come tutti gli interventi chirurgici, può avere delle complicanze rappresentate principalmente da infezioni, da raccolte di sangue o di siero (ematomi e sieromi), o da deiscenze della ferita (riapertura dei margini della cute). Vanno inclusi i rischi legati al tipo di anestesia (reazioni ai farmaci, nausea, vomito, difficoltà respiratorie) e a eventuali tecniche ricostruttive (infezioni, contratture o deiscenze delle protesi, ischemie dei lembi).
Il paziente può essere dimesso il giorno successivo all’intervento. Se si è proceduto a ricostruzione immediata del seno dopo la mastectomia viene dimesso da 2 a circa 5 giorni dopo, in assenza di sintomatologia locale o generale che suggeriscano l’opportunità di protrarre il ricovero. La procedura prevede la somministrazione di antibiotici solo in caso in cui siano stati posizionati espansori o protesi. La paziente può tornare a mangiare già alcune ore dopo o il giorno successivo all’intervento. Si prescrive di indossare, dalla dimissione per circa 1 mese, un reggiseno contenitivo come quelli utilizzati per fare sport. Lo staff medico indicherà i tempi necessari per la rimozione dei punti di sutura e il controllo della ferita chirurgica.
La guarigione completa richiede 3-4 settimane circa. Durante questo periodo si consiglia di limitare l’attività fisica per consentire la guarigione della ferita e della zona operata e la chiusura della tasca confezionata per alloggiare la protesi qualora sia stata posizionata. L’esame istologico viene comunicato appena disponibile, generalmente entro un mese dall’intervento. Alla luce delle caratteristiche specifiche del tumore al seno (dimensioni, fattori prognostici, infiltrazione della cute o del piano muscolare) si valuta il rischio che la neoplasia possa ritornare a livello della stessa mammella, della controlaterale, oppure che possa dare metastasi a distanza (prevalentemente fegato e osso, ma anche polmoni, encefalo, ecc.). In base a queste valutazioni si può prevedere l’utilizzo di terapie adiuvanti (che aiutano e consolidano il risultato ottenuto con l’intervento) che possono essere la radioterapia, la terapia ormonale e/o la chemioterapia, secondo gli schemi indicati dalle linee guida condivise a livello europeo e mondiale.