Cirrosi epatica
Informazioni utili per i pazienti
La Cirrosi Epatica è una patologia cronica caratterizzata dal sovvertimento della struttura del fegato con fibrosi e rigenerazione del parenchina sotto forma di noduli. La cirrosi epatica è una patologia cronica che può rimanere asintomatica per molti anni, ma attenzione alle complicanze!
Le principali complicanze che il paziente, il medico curante e l’infermiere devono tenere sotto controllo sono:
- Ascite
- Encefalopatia
- Sanguinamenti da varici gastro-esofagee.
Per ascite si intende l’incremento quantitativo del liquido della cavità peritoneale (spazio addominale virtuale rivestito da una sottile membrana che contiene normalmente solo una minima quantità di fluido) con fastidiosa sensazione di gonfiore e distensione addominale.
Il trattamento dell’ascite è rappresentato dal riposo, dai diuretici e da una dieta povera di sodio (oltre a ridurre il comune sale da cucina, bisogna moderare i cibi che contengono sale nascosto, come la pasta, il pane salato, gli insaccati, ecc.). Una alternativa è rappresentata, a giudizio del medico, dalla paracentesi (aspirazione di liquido dall’addome tramite ago).
Controllo del peso corporeo
Occorre pesarsi una volta al giorno, al mattino, a digiuno, dopo essere andati in bagno, vestito sempre allo stesso modo.
Sarà opportuno usare sempre la stessa bilancia e controllarne periodicamente la taratura.
Se il peso è aumentato di 1,5 kg nell’arco di 3 giorni è necessario essere più rigorosi nel rispettare la dieta priva di sodio e la restrizione all’introduzione di liquidi e avvisare l’infermiere o il medico di riferimento al fine di valutare eventuali modifiche della terapia e l’aumento del dosaggio del diuretico.
Se il peso è ancora in aumento o è uguale a quello del giorno prima, nonostante le modifiche della terapia, avvisare nuovamente l’infermiere o il medico che le consiglieranno come procedere.
Ugualmente sarà importante controllare con attenzione anche la riduzione del peso, poiché riduzioni troppo repentine del peso corporeo possono favorire condizioni di disidratazione ed encefalopatia epatica.
Misurazione della circonferenza dell’addome
Oltre il controllo del peso corporeo è di fondamentale importanza misurare ogni 2 o 3 giorni, attraverso il comune metro da sarta, la circonferenza del proprio addome all’altezza di due dita sopra l’ombelico. Questa misurazione è importante e interessa ai medici per monitorare eventuali alterazioni funzionali del fegato con comparsa dell’ascite.
L’encefalopatia epatica si evidenzia con la comparsa di confusione e alterato livello di coscienza, agitazione o aggressività.
Tale condizione è causata dall’accumulo nel sangue di sostanze tossiche che vengono prevalentemente prodotte dalla flora batterica ammoniogenica dell’intestino e che normalmente vengono rimosse dal fegato.
Gli esami del sangue (in particolare i livelli di ammonio) possono orientare nella diagnosi. Gli episodi di encefalopatia epatica sono spesso dovuti ad un problema intercorrente, come infezioni, disidratazione e costipazione.
Prevenire l’encefalopatia epatica
- Garantire evacuazioni quotidiane tramite assunzione di lattulosio (LAEVOLAC® o PORTOLAC®)
- prevenire o trattare precocemente le infezioni (molto comuni e frequenti sono, per esempio, le infezioni delle vie urinarie!)
- controllare il peso corporeo al fine di prevenire la disidratazione!
Curare l’encefalopatia epatica
- È importante identificarla il più precocemente possibile
- sospendere o ridurre l’assunzione di diuretici (Lasix®, Luvion® o Kanrenol®)
- bere acqua in abbondanza (anche 1,5-2 litri)
- effettuare subito un clistere evacuativo (Sorbiclis Clistere®)
- nei casi più gravi effettuare flebo di amminoacidi ramificati a domicilio (Siframin® 500 cc ev in 2-3h)
- recarsi al pronto soccorso in caso di aggressività o sintomi non gestibili a domicilio o scarsamente responsivi alle terapie.
La cirrosi epatica può portare alla formazione di varici a livello dello stomaco e dell’esofago. La rottura di queste varici può portare a sanguinamenti gravi.
Come accorgersi se le varici sanguinano
Il sanguinamento da varici si manifesta con:
- Melena: evacuazione di feci nere particolarmente maleodoranti e poco formate
- Ematemesi: episodi di vomito con sangue vivo.
In caso di sanguinamento da varici chiamare subito il 118!
Si può fare qualcosa per prevenire il sanguinamento?
- Eseguire periodicamente una gastroscopia (secondo l’indicazione del medico), al fine di verificare la presenza e il volume delle varici
- assumere farmaci quali ad esempio il propranololo (INDERAL®) o carvedilolo (DILATREND®), che riducono il rischio di rottura delle varici
- in alcuni casi si può procedere con la legatura endoscopica delle varici.
Momenti difficili
Segnalare tutti gli episodi di malessere clinico con i relativi segni e sintomi, come la febbre. In caso di traumi o infezioni dovute, in alcuni casi, all’inadeguata igiene del corpo o ad alterazione delle difese immunitarie, potreste manifestare piressia (febbre), infezioni, sanguinamenti, scompensi ascitici, episodi di confusione mentale, episodi di dolore addominale e conseguenti ricoveri.
Un consiglio
Prendere appunti di quanto accade e di come si è cercato di risolverlo (eventuali terapie di automedicazione, contatti con il medico curante, accessi in Pronto Soccorso, ricoveri).
È importante mantenere un adeguato controllo della pressione arteriosa, misurarla attraverso un apparecchio elettronico ogni mattina prima della colazione e riportare i parametri indicati:
- PAS (pressione arteriosa sistolica: massima)
- PAD (pressione arteriosa diastolica: minima)
- FC (frequenza cardiaca) ovvero il numero di battiti del cuore in un minuto.
Avvertenza
I pazienti che assumono farmaci beta-bloccanti come il propranololo (INDERAL®) o carvedilolo (DILATREND®) possono presentare episodi di bradicardia (frequenza cardiaca minore di 55 battiti al minuto) ed episodi di ipotensione con una pressione arteriosa inferiore a 90/60 mmHg.
A tal riguardo è necessario:
- misurare la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca prima di ogni somministrazione del farmaco, sospendere l’assunzione se la frequenza cardiaca è inferiore a 55 bpm o se la pressione arteriosa è inferiore a 90/60 mmHg
- ripetere tale procedura ad ogni somministrazione del farmaco
- compilare una tabella inserendo i valori pressori ottenuti.