Epatite cronica
L'epatite cronica è una infiammazione del fegato protratta nel tempo.
Per definizione una malattia cronica dura anche decenni con andamento variabile e, talvolta, con periodiche riacutizzazioni. La definizione comprende un termine temporale convenzionale che la distingue dall'epatite acuta, ovvero la persistenza di segni di infiammazione del fegato (transaminasi elevate) per oltre 6 mesi dall'esordio della malattia.
Un corollario di tale definizione è che si ritiene che un'epatite acuta non debba durare per più di sei mesi!
L'interesse dell'identificare la diagnosi di epatite cronica non è tanto legato ai disturbi che l'epatite cronica può dare, perché nella maggioranza dei casi questa malattia è completamente priva di sintomi, l'interesse è piuttosto legato alla possibilità che con il tempo l'epatite cronica possa evolvere verso la cirrosi e/o il tumore maligno del fegato.
Molte delle cause di epatite acuta possono determinare una epatite cronica con l'eccezione di alcuni virus come l'epatite A che non cronicizza mai. Con altri virus dell'epatite il tasso di cronicizzazione (cioè quanti pazienti con epatite acuta diventano cronici) è molto variabile e può dipendere da alcune caratteristiche del virus ma anche da alcune caratteristiche del paziente.
Per esempio il virus C tende a cronicizzare nel novanta per cento dei casi, indipendentemente dall'età del paziente.
Nel caso dell'epatite B, oltre il novanta per cento dei bambini che acquisisce il virus alla nascita o nella prima infanzia diventa cronico, mentre negli adulti è il contrario: nell'ottanta percento dei casi l'epatite acuta guarisce mentre circa il 20 % diventa cronico.
Nel caso di altre cause di epatite cronica come per la tossica o la metabolica l'epatite durerà finché dura l'azione degli agenti tossici o metabolici. Nel caso dell'epatite autoimmune quasi sempre si tratta di patologie croniche fin dall'inizio anche se talvolta l'esordio della malattia può essere acuto.
L'epatite cronica è nella maggior parte dei casi asintomatica o minimamente sintomatica e, infatti, per questo spesso i pazienti si sorprendono della diagnosi che non sospettavano minimamente.
Il primo sospetto diagnostico è l'alterazione delle transaminasi nel sangue.
Queste sono delle sostanze enzimatiche normalmente contenute all'interno delle cellule del fegato. Quando le cellule del fegato vanno incontro a morte (necrosi) a causa dell'infiammazione, gli enzimi vengono rilasciati nel sangue in grande quantità (proporzionale al danno infiammatorio e necrotico) e quindi possiamo riscontrarne un aumento nelle analisi del sangue. Le principali transaminasi sono denominate AST (o GOT) e ALT (o GPT).
Una “curiosità“, i primi ricercatori clinici al mondo che misero in relazione le transaminasi con l'Epatite erano Italiani: i proff. Mario Coltorti, Giuseppe Giusti e Fernando De Ritis dell'Università di Napoli che pubblicarono le loro osservazioni nel 1955.
La diagnosi sulle cause di epatite cronica dipende da altre determinazioni sierologiche e dal riscontro di marcatori specifici nel sangue.
Fondamentali sono le metodiche di imaging non invasive che permettono di caratterizzare l’epatopatia identificando i segni strumentali propri dell’epatopatia cronica (ecografia clinica) e stimando lo stadio di fibrosi (Fibroscan, Elastografia Epatica transiente). In alcuni casi è indispensabile invece ricorrere alla biopsia epatica (cfr. oltre) sia per avere conferma della diagnosi eziologica, cioè della causa dell'epatite, sia anche per valutare il grado di evoluzione dell'epatite verso la cirrosi (per esempio di stabilire quanto i fegato è infiammato, quanti epatociti sono in necrosi e quanta fibrosi si sta sviluppando…).
Identificare le cause è molto importante perché se sono disponibili trattamenti specifici per eliminare le cause, questi trattamenti riducono in modo sostanzioso le probabilità di evoluzione verso la cirrosi e le complicanze della cirrosi.
I fattori di rischio dipendono dalle cause e quindi va fatto un discorso separato a seconda dei casi (cfr. capitoli specifici).
Anche per la prevenzione non si può fare un discorso unico ma dipende dalle cause e si rimanda, quindi, ai capitoli specifici. In alcuni casi a eziologia non nota, la prevenzione è impossibile.